McDonald’s a Orvieto questione di Hamburger pensiero Talanti PD

McDonald’s a Orvieto questione di Hamburger pensiero Talanti PD

“Il Crispy McBacon e la cura che dobbiamo a noi stessi”

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C’è un momento in cui anche le discussioni che ci sembrano piccole rivelano qualcosa di molto più grande. Prendiamo il caso del McDonald’s a Orvieto. È facile ridurre tutto a una disputa tra chi dice “sì” e chi dice “no”, come se fosse solo una questione di hamburger. Ma il vero punto sta altrove. Sta nel modo in cui pensiamo il futuro dei nostri luoghi e delle nostre comunità.

Ogni impresa ha diritto di nascere, e il Comune ha il dovere di seguire le pratiche con imparzialità, perché questo è il senso stesso di uno Stato che garantisce a tutti le stesse opportunità. Eppure non possiamo accontentarci di dire che va tutto bene solo perché un fast food porta qualche posto di lavoro o offre un’opzione in più a chi vuole portare la famiglia a cena con un budget contenuto. Non possiamo ridurre la politica a un timbro su una pratica edilizia. La politica vera comincia proprio dopo.

Perché non è vietando un McDonald’s che si tutelano le nostre identità o si aiutano i negozi storici. Al contrario, proprio la presenza di una grande catena può diventare la spinta per fare di più e meglio. Per pensare a un marchio di area che promuova le eccellenze locali, per costruire reti tra commercianti e artigiani, per far rinascere piazze e strade che rischiano di svuotarsi. È lì che si misura la responsabilità pubblica: nel decidere come vogliamo abitare i nostri spazi e che tipo di comunità vogliamo essere.

Ha fatto bene Cristina Croce⁩, perché è giusto che un consigliere comunale chieda informazioni su tutto, soprattutto quando si tratta di sviluppo economico e dell’assetto della città. Ed è evidente che lei e Federico Giovannini lavorano con la serietà e la precisione che gli elettori gli hanno riconosciuto. Questo è il ruolo di chi rappresenta i cittadini: vigilare, approfondire, far emergere domande che spesso restano sottotraccia.

Detto ciò tutte queste riflessioni locali diventano ancora più importanti se guardiamo al contesto generale. Pochi giorni fa è uscito un documento che dovrebbe preoccuparci tutti. Il nuovo Piano Strategico Nazionale sulle Aree Interne dice, senza troppi giri di parole, che ci sono territori in Italia che non potranno invertire la tendenza allo spopolamento. Si sceglie di accompagnarli in un declino considerato ormai irreversibile, offrendo un welfare del tramonto fatto di assistenza ma senza prospettive di rilancio.

Ecco allora che la discussione sul McDonald’s di Orvieto non è una piccola questione di quartiere. È un pezzo di un discorso molto più grande, che riguarda l’idea stessa di giustizia e di dignità per chi vive nei nostri borghi, nelle nostre campagne, nelle città medie spesso dimenticate. Non è il panino in sé a fare la differenza, ma ciò che decidiamo di costruire intorno: spazi pubblici curati, sale comunali per le associazioni, percorsi pedonali sicuri, aree verdi dove incontrarsi, strade accoglienti che diano il benvenuto a chi arriva.

Non possiamo lasciare che siano solo le logiche di mercato a stabilire come si trasforma una città. Un McDonald’s non potrà mai fare il lavoro di una piazza ben tenuta o di un progetto culturale che tiene insieme le persone. È compito delle istituzioni immaginare e programmare, creare le condizioni perché i cittadini possano scegliere di restare o tornare, e non solo di sopravvivere.

Per questo non ha senso un pregiudizio ideologico verso il Crispy McBacon. Ha senso invece pretendere che la politica si occupi di tutto quello che è nostro e di tutti. Che rimetta al centro i beni comuni, le opportunità condivise, la bellezza che fa sentire orgogliosi di appartenere a un luogo.

In fondo la vera questione non è se dire sì o no a una licenza commerciale. È piuttosto capire come vogliamo vivere insieme e che futuro vogliamo dare ai nostri paesi e alle nostre città. Perché un’Italia che accompagna le sue comunità verso il tramonto non è più una Repubblica che rimuove gli ostacoli, come dice la Costituzione. È un’Italia che rinuncia, e che rischia di perdere se stessa, un borgo alla volta.

Su questo ultimo fatto sarebbe utile se la Sindaca promuovesse un’interrogazione parlamentare.

Maurizio Talanti

PD Orvieto

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